lunedì 14 giugno 2010

E.mail di comunicazione ritiro interrogazione.


A dire il vero sono stato io ad accorgermi dell'errore commesso ed ho provveduto ad inoltrare l'allegata e.mail di ritiro interrogazione.
Logicamente al giornale l'Adige piace mettermi in cattiva luce!
Come diceva Oscar Wilde "Bene o male purché se ne parli"... :-)

D'Antuono sbaglia ente


giovedì 3 giugno 2010

mercoledì 2 giugno 2010

Pediatri in pensione ed è subito emergenza

Pediatri in pensione ed è subito emergenza


Laura Lorenzini
ROVERETO. Un pediatra ha lasciato, per limiti di età, un mese fa. E lunedì un altro, Carlo Visintainer, se ne andrà in pensione. Ma il sostituto non c’è e le alternative per i suoi settecento pazienti sono due: dare in carico i bimbi a un medico di base o sistemarli dai pediatri disponibili. Dove? A Mori, Calliano, Villa Lagarina, Pomarolo. Le mamme sono sul piede di guerra: «Disservizio vergognoso». Il consigliere comunale Ciro D’Antuono, contattato dalle mamme delle scuole elementari Regina Elena, annuncia una raccolta di firme. E dal consigliere provinciale Pino Morandini (Pdl) parte un’interrogazione al presidente del Consiglio Giovanni Kessler su «un’emergenza pediatri a Rovereto». Le famiglie sono state avvertite due giorni fa del pensionamento di Visintainer, noto pediatra con studio in via Dante, da una lettera dell’azienda sanitaria. E sono inviperite per il ritardo, che le costringe a un tamponamento non facile. Molti sono piombati alla Cassa malati. Come Lara Girardelli, che si dice allibita: «Un dirigente ci ha spiegato che l’1 marzo sapevano già della partenza di Visintainer, ma la Provincia, cui hanno scritto per far presente la situazione, ha risposto pochi giorni fa. E’ un ritardo vergognoso - si indigna -. In città i pediatri sono strapieni e noi, ci hanno detto, possiamo andare a Volano o Brentonico. E come no? Magari in bus, col bambino con 40 di febbre». A una mamma che ha il figlio di pochi mesi hanno suggerito la soluzione delle visite a pagamento: «In attesa che si liberi un posto». Abdel Fattah Rasoul, pensionato da un mese (era in corso Rosmini), spiega che i pediatri a Rovereto dovrebbero essere sette, ma con lui e Visintainer fuori rimarranno in cinque. Così il tetto di 700 bambini si sta alzando, anche perché un accordo collettivo nazionale esenta dal limite gli stranieri, che possono andare in carico al pediatra vicino. «C’è qualcuno che ha raggiunto i mille bambini - riferisce -. Ma tanti comunque resteranno fuori, perché si punta a non sostituire i pediatri per risparmiare. Il fabbisogno viene infatti calcolato sui bambini fino ai sei anni. La fascia dai sei ai 14 si cerca di dirottarla ai medici di medicina generale. Io non lo trovo giusto: un bimbo delle elementari ha bisogno di competenze diverse rispetto a un adulto». I problemi, ricorda D’Antuono, nascono da una delibera di tre anni fa dell’allora assessore Remo Andreolli, che ha definito un unico ambito territoriale in Vallagarina per l’assistenza pediatrica. E siccome nelle valli ci sono pochi pediatri, aggiunge Morandini, molte famiglie si rivolgono ai medici roveretani. Da cui il sovraffollamento. Urgono rimedi, conclude, anche alla luce della discriminazione ai danni delle famiglie italiane, «che a differenza di quelle extracomunitarie non possono scegliere il pediatra che preferiscono».

D Antuono, un peccato veniale

«D Antuono, un peccato veniale»



ROVERETO. «Il peccato c’è stato, ma lo definirei veniale. Non da pena capitale». Dal senatore Cristano De Eccher giunge una richiesta di frenare su Ciro D’Antuono, marchiato come traditore dal Pdl roveretano. Lui spera che la frattura tra le parti possa essere ricucita e invita tutti a prendere tempo: «Il Pdl non può permettersi il lusso di lacerarsi, dobbiamo stare uniti per fare un’opposizione come si deve». De Eccher è stato a Roma, in questo periodo, perciò ha vissuto a distanza gli echi delle beghe in casa del centrodestra. «So che ci sono stati contrasti personali. So come si è comportato D’Antuono e non ho apprezzato. È stato un errore l’esprimere una posizione al di fuori della linea collegiale. Ma non ingrandiamolo. Sono ragionevolmente convinto che i conflitti possano rientrare, superata la delusione che c’è, nonostante i buoni consensi, per le elezioni. Noi possiamo addebitarci una posizione tardiva, giunta dopo scelte non omogenee. Il resto è colpa di Valduga, che ha rifiutato l’apparentamento». Il senatore tornerà in Trentino nel fine settimana. E spera in un momento di confronto di tutto il Pdl, D’Antuono compreso («è ancora iscritto»), per prospettare il futuro: «Rovereto è una città dove noi come Pdl abbiamo, in termini di tessere, buoni risultati. Si tratta solo di riorganizzare meglio la struttura. Serve un coordinatore provinciale. Per il resto bisogna avere pazienza. Alle politiche riusciamo a raccogliere frutti, ma alle amministrative subiamo ancora l’influenza della Provincia». Sul fronte Plotegher-Leonardi le porte per D’Antuono sembrano essere chiuse a doppia mandata. L’altra sera il Pdl roveretano ha fatto cerchio attorno al consigliere regionale e al consigliere comunale, approvando in toto la linea elettorale seguita e il pugno di ferro per il «traditore». In trenta hanno firmato una mozione, inviata al Collegio dei probiviri di Roma del Pdl, in cui viene raccontata la cronistoria elettorale, con lo spostamento finale a sinistra del Ciro «ondivago». La richiesta è scontata:decapitazione (della tessera). Piergiorgio Plotegher ribadisce che il fuoco amico di Barbara Lorenzi e di D’Antuono sono stati l’atto finale di una Caporetto cui, però, ha contribuito in pieno Valduga: «Il risultato del primo turno avrebbe dovuto essere un preciso avvertimento sull’umore di votanti - rimarca -, suggerendo come contromisura un apparentamento tra civiche e centrodestra. Come nel 2005, però, si è preferito insistere nel rifiuto. Solo per evitare un governo di centrosinistra abbiamo comunque dato l’appoggio all’ex sindaco, ma era troppo tardi». Ora tutti al lavoro: venerdì sera riunione su strategie e alleanze. A cominciare da quelle con i valdughiani, per le circoscrizioni. (l.lor.)