mercoledì 2 giugno 2010

Pediatri in pensione ed è subito emergenza

Pediatri in pensione ed è subito emergenza


Laura Lorenzini
ROVERETO. Un pediatra ha lasciato, per limiti di età, un mese fa. E lunedì un altro, Carlo Visintainer, se ne andrà in pensione. Ma il sostituto non c’è e le alternative per i suoi settecento pazienti sono due: dare in carico i bimbi a un medico di base o sistemarli dai pediatri disponibili. Dove? A Mori, Calliano, Villa Lagarina, Pomarolo. Le mamme sono sul piede di guerra: «Disservizio vergognoso». Il consigliere comunale Ciro D’Antuono, contattato dalle mamme delle scuole elementari Regina Elena, annuncia una raccolta di firme. E dal consigliere provinciale Pino Morandini (Pdl) parte un’interrogazione al presidente del Consiglio Giovanni Kessler su «un’emergenza pediatri a Rovereto». Le famiglie sono state avvertite due giorni fa del pensionamento di Visintainer, noto pediatra con studio in via Dante, da una lettera dell’azienda sanitaria. E sono inviperite per il ritardo, che le costringe a un tamponamento non facile. Molti sono piombati alla Cassa malati. Come Lara Girardelli, che si dice allibita: «Un dirigente ci ha spiegato che l’1 marzo sapevano già della partenza di Visintainer, ma la Provincia, cui hanno scritto per far presente la situazione, ha risposto pochi giorni fa. E’ un ritardo vergognoso - si indigna -. In città i pediatri sono strapieni e noi, ci hanno detto, possiamo andare a Volano o Brentonico. E come no? Magari in bus, col bambino con 40 di febbre». A una mamma che ha il figlio di pochi mesi hanno suggerito la soluzione delle visite a pagamento: «In attesa che si liberi un posto». Abdel Fattah Rasoul, pensionato da un mese (era in corso Rosmini), spiega che i pediatri a Rovereto dovrebbero essere sette, ma con lui e Visintainer fuori rimarranno in cinque. Così il tetto di 700 bambini si sta alzando, anche perché un accordo collettivo nazionale esenta dal limite gli stranieri, che possono andare in carico al pediatra vicino. «C’è qualcuno che ha raggiunto i mille bambini - riferisce -. Ma tanti comunque resteranno fuori, perché si punta a non sostituire i pediatri per risparmiare. Il fabbisogno viene infatti calcolato sui bambini fino ai sei anni. La fascia dai sei ai 14 si cerca di dirottarla ai medici di medicina generale. Io non lo trovo giusto: un bimbo delle elementari ha bisogno di competenze diverse rispetto a un adulto». I problemi, ricorda D’Antuono, nascono da una delibera di tre anni fa dell’allora assessore Remo Andreolli, che ha definito un unico ambito territoriale in Vallagarina per l’assistenza pediatrica. E siccome nelle valli ci sono pochi pediatri, aggiunge Morandini, molte famiglie si rivolgono ai medici roveretani. Da cui il sovraffollamento. Urgono rimedi, conclude, anche alla luce della discriminazione ai danni delle famiglie italiane, «che a differenza di quelle extracomunitarie non possono scegliere il pediatra che preferiscono».

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