mercoledì 2 giugno 2010

D Antuono, un peccato veniale

«D Antuono, un peccato veniale»



ROVERETO. «Il peccato c’è stato, ma lo definirei veniale. Non da pena capitale». Dal senatore Cristano De Eccher giunge una richiesta di frenare su Ciro D’Antuono, marchiato come traditore dal Pdl roveretano. Lui spera che la frattura tra le parti possa essere ricucita e invita tutti a prendere tempo: «Il Pdl non può permettersi il lusso di lacerarsi, dobbiamo stare uniti per fare un’opposizione come si deve». De Eccher è stato a Roma, in questo periodo, perciò ha vissuto a distanza gli echi delle beghe in casa del centrodestra. «So che ci sono stati contrasti personali. So come si è comportato D’Antuono e non ho apprezzato. È stato un errore l’esprimere una posizione al di fuori della linea collegiale. Ma non ingrandiamolo. Sono ragionevolmente convinto che i conflitti possano rientrare, superata la delusione che c’è, nonostante i buoni consensi, per le elezioni. Noi possiamo addebitarci una posizione tardiva, giunta dopo scelte non omogenee. Il resto è colpa di Valduga, che ha rifiutato l’apparentamento». Il senatore tornerà in Trentino nel fine settimana. E spera in un momento di confronto di tutto il Pdl, D’Antuono compreso («è ancora iscritto»), per prospettare il futuro: «Rovereto è una città dove noi come Pdl abbiamo, in termini di tessere, buoni risultati. Si tratta solo di riorganizzare meglio la struttura. Serve un coordinatore provinciale. Per il resto bisogna avere pazienza. Alle politiche riusciamo a raccogliere frutti, ma alle amministrative subiamo ancora l’influenza della Provincia». Sul fronte Plotegher-Leonardi le porte per D’Antuono sembrano essere chiuse a doppia mandata. L’altra sera il Pdl roveretano ha fatto cerchio attorno al consigliere regionale e al consigliere comunale, approvando in toto la linea elettorale seguita e il pugno di ferro per il «traditore». In trenta hanno firmato una mozione, inviata al Collegio dei probiviri di Roma del Pdl, in cui viene raccontata la cronistoria elettorale, con lo spostamento finale a sinistra del Ciro «ondivago». La richiesta è scontata:decapitazione (della tessera). Piergiorgio Plotegher ribadisce che il fuoco amico di Barbara Lorenzi e di D’Antuono sono stati l’atto finale di una Caporetto cui, però, ha contribuito in pieno Valduga: «Il risultato del primo turno avrebbe dovuto essere un preciso avvertimento sull’umore di votanti - rimarca -, suggerendo come contromisura un apparentamento tra civiche e centrodestra. Come nel 2005, però, si è preferito insistere nel rifiuto. Solo per evitare un governo di centrosinistra abbiamo comunque dato l’appoggio all’ex sindaco, ma era troppo tardi». Ora tutti al lavoro: venerdì sera riunione su strategie e alleanze. A cominciare da quelle con i valdughiani, per le circoscrizioni. (l.lor.)

Nessun commento:

Posta un commento